C'ERA UNA VOLTA IL FESTIVAL...

Sarà che sono vecchio, sarà che non capisco niente di musica, ma ogni anno che passa faccio sempre più fatica a digerire questo festival che ho tanto amato. Quest'anno, su 26 ipotetici “Big” selezionati se ce ne sono 10 che possiamo considerare tali è già tanto. Senza offesa per diversi nomi comunque interessanti e che sicuramente avrebbero dato spessore alla categoria giovani-emergenti, molti di loro per diventare “Big” avrebbero bisogno di mangiare ancora tanta minestra. Del resto, queste sono le cose che ci propinano i media, prodotti che contano più per i like che ricevono che per quello che valgono.mai come negli ultimi anni il carrozzone Sanremo viene costruito alla perfezione prendendo per il culo tutte le categorie, o quasi, con l’unico intento di fare ascolti e soldi attraverso gli sponsor. Questi giovani trasformati in "big", in qualche caso dopo nemmeno un anno di gavetta, vengono USATI per attirare il pubblico più giovane a vedere il festival, quel pubblico che non ha disponibilità economica ma che oltre a fare numero è in grado di attrarre l'interesse degli sponsor. Poi, inserendo tra gli ospiti i veri big, ecco che si conquista il pubblico adulto, quello con il portafogli in tasca, che spende i soldi e fa girare il mercato. Per completare l'opera metti in gara una Orietta Berti (l’anno scorso c'era la Pavone) e tra gli ospiti qualche altro nome storico (l’anno scorso i Ricchi e Poveri) ed ecco che hai portato davanti alla tv anche vecchietti. Per completare l'opera, come ciliegina sulla torta e far sorridere il pubblico pagante da casa, due comici che conducono lo spettacolo.Tutta questione di share e soldi, senza il minimo rispetto per arte e artisti che, anzi, quando non risponderanno alle aspettative dei loro discografici sciacalli verranno scaricati come dei rifiuti in discarica, finiranno nel dimenticatoio e in qualche caso in depressione. Gli unici che ne esciranno vincitori saranno i "big" chiamati come ospiti che non essendo in gara non rischiano niente e vengono pure pagati. C'era una volta il Festival di Sanremo ma ora non c'è più, è morto e lo hanno trasformato in uno dei tanti programmi televisivi studiati a tavolino, una bella torta succulenta da spartire tra i vari burattinai di turno che sono li a gestire circo. Riccardo